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I gruppi settari e l'arte della guerra

I guerrieri vittoriosi prima vincono e poi vanno in guerra, mentre i guerrieri sconfitti prima vanno in guerra e poi cercano di vincere”. - Sun Tzu





Wilfred Ruprecht Bion, uno psicoanalista inglese, si è occupato delle dinamiche dei gruppi.

Secondo Bion il gruppo è un insieme, per cui quando gli individui ne fanno parte, i loro pensieri si uniscono per costituire una modalità di pensiero differente. La prima volta che gli individui hanno a che fare con il gruppo si verifica una regressione a stadi precedenti dello sviluppo.

Nel gruppo emerge e si sviluppa un’esperienza sensoriale, affettiva, emotiva, prima ancora che cognitiva, condivisa da tutti i membri.

Secondo Bion questi aspetti caratterizzano quella che definisce la “mentalità di gruppo”. Ovvero l'esistenza in esso di emozioni primitive ed intense, impulsi irrazionali ed inconsci, opinioni, desideri, fantasie, che ne costituiscono, appunto la "mentalità". Questa, definita anche "gruppo base", perchè è un aspetto primitivo del gruppo, influenza inevitabilmente la "cultura del gruppo", cioè la stessa organizzazione, rischiando di ostacolarla. (Bion, 1961; Vegetti Finzi, 1986).

Secondo Bion esistono esistono tre assunti base utili ad evitare la frustrazione, che, mediante vere r proprie fantasie inconsce di tipo magico-onnipotente permettono di superare gli ostacoli della "cultura del gruppo".

Essi sono: assunto di base di dipendenza, di accoppiamento e di attacco-fuga.

Il primo descrive la situazione secondo cui il gruppo si riunisce allo scopo di dipendere da qualcuno o da un capo, il quale può risolvere tutti i problemi e sul quale vengono proiettate molte aspettative.

Il secondo si riferisce all’attesa o alla speranza di un evento o di un individuo, un Messia, che risolva tutti i problemi del gruppo.

Il terzo assunto di base è caratterizzato da una convinzione globale secondo cui esiste un nemico esterno da cui difendersi o attraverso l’evitamento/fuga o tramite l’attacco e poi la fuga.


In sostanza per mantenere viva la "mentalità di gruppo", che prevede una forte adesione ai suoi principi e che si incentra attorno ad una leadership carismatica e forte, e per raggiungere e i suoi obiettivi, è necessario dotarsi di un nemico esterno.


Come ampiamente raccontato nel libro "7 sette e manipolazione mentale", edizione Piemme (2023), scritto con l'Avv. Marco Marzari (https://www.edizpiemme.it/libri/sette/), avere un nemico esterno per un gruppo a deriva settaria è molto facile. Ogni setta, infatti, ha per definizione, una vera e propria strategia difensiva, volta a minare la fondatezza delle critiche.


Ron Hubbard, fondatore di Scientology, aveva escogitato il "dead agenting" una tecnica usata per reagire alle accuse mosse contro Scientology, volta a distogliere dalle affermazioni critiche contro il gruppo. E' un attacco ad hominem, volta a distruggere la credibilità del critico.


Hugo Stamm, studioso di sette e giornalista, ha dichiarato in un articolo su un giornale svizzero (https://www.swissinfo.ch/ita/cultura/scientology-solo-ora-mi-rendo-conto-della-mia-cecit%c3%a0/41177322)

"Il fondatore di Scientology Ronald Hubbard non ammetteva critiche. I nemici per lui erano fuorilegge che si potevano annientare. Egli scrisse: “Non abbiamo mai trovato critici di Scientology che non avessero precedenti penali”. Hubbard creò anche un ufficio per gli affari speciali, che può essere descritto come una sorta di servizi segreti interni. Questo ufficio è sempre stato attivato quando dei giornalisti o dei membri della setta hanno criticato i metodi inumani di Scientology.

Ho avuto modo di provare anche direttamente sulla mia pelle le attività di sobillamento di questo reparto. Qualche esempio di una lunga lista. La setta ha assunto ex investigatori privati per spiare il mio presunto passato criminale, ciò che avrebbe potuto turbare persino i miei capi. Scientology ha anche organizzato una manifestazione contro di me, con un corteo dal municipio alla redazione del Tages-Anzeiger [il quotidiano di Zurigo presso cui lavora, Ndr.], nel corso della quale sono stato screditato su dei grandi striscioni. La setta mi ha in seguito attribuito il “premio Malleus”, sostenendo che perseguito le minoranze religiose. Uno scientologo ha incollato su lampioni a Zurigo degli adesivi fosforescenti rossi a forma di teschio sui quali c’era scritto il mio nome.

Nel frattempo, le vessazioni sono grosso modo cessate, perché gli scientologhi di Zurigo si sono resi conto che non mi lascio intimidire. Ma lo spirito totalitario di Hubbard aleggia ancora sul loro centro."


Dal sito per studenti di Scientology (https://sup.scientologycourses.org/it/courses-view/public-relations/step/handling-rumors-and-whispering-campaigns.html) si parla di come dev'essere affrontato il nemico di turno: ovvero bisogna aggredire la sua credibilità.

Il metodo è quello della "Propaganda Nera"



Propaganda Nera” (propaganda = la diffusione di dichiarazioni o idee; nera = negativa o denigratoria) è il termine che descrive la tecnica usata per distruggere la reputazione di persone, aziende e nazioni, o la fiducia che il pubblico nutre in loro. 

La tecnica della propaganda nera consiste nel cercare di far precipitare la reputazione di una persona, azienda o nazione a livelli estremamente bassi, così bassi che, per “accordo unanime”, la gente negherà loro ogni diritto. A quel punto basterà un piccolo attacco per distruggere la persona, azienda o nazione, ammesso che la propaganda nera non ci sia già riuscita da sola. 

I pettegolezzi maligni e pieni di bugie delle vecchie zitelle erano la primissima forma di questa tattica ed erano così malvagi che in alcuni posti queste donne venivano messe alla gogna  o scacciate dalla città. 

Nei tempi moderni non esiste un deterrente del genere per la propaganda nera. Le difficoltà e i costi delle querele per diffamazione  o per calunnia, l’abuso dei privilegi della stampa, ecc., espongono ogni persona a tali campagne. 

È sufficiente avere un nemico. E la storia insegna che gli uomini che non hanno avuto nemici sono rari." 


E ancora


"Ogni tanto nella società circolano degli individui che non capiscono un granché. 

La loro stupidità si esprime con una specie di allegria maliziosa nei confronti delle cose. Questi individui, numerosi soprattutto in una società a basso tasso d’istruzione, trasmettono con molta facilità le maldicenze.  Dato che non sanno leggere, non hanno accesso alla maggior parte della conoscenza e siccome non conoscono molte parole, non capiscono parecchie delle cose che vengono loro dette.  

Ma questa caratteristica non è limitata alle persone non istruite. 

Ciò che non capiscono, lo sostituiscono con cose immaginarie. 

Quindi tali persone non solo prestano orecchio alle maldicenze, ma le alterano e le distorcono a loro volta. 

Nella società un pettegolezzo può quindi circolare senza avere alcun fondo di verità. 

Quando queste dicerie diventano tante e continuano a circolare, si può sospettare l’esistenza di una “campagna diffamatoria”, in cui sembra che le menzogne, come un vento sinistro, non provengano da alcuna fonte.

La propaganda nera sfrutta questa disponibilità a trasmettere e ad ampliare cose false."


In sostanza è possibile attivare una macchina del fango, contando sul fatto che la maggior parte della gente non sarà interessata a fare delle verifiche puntuali di quel che sente dire o di quel che legge.


Ed è così che i gruppi controversi, assieme ai loro collaboratori, creano dossieraggi sui loro nemici, facendoli passare per inchieste o reportage.


Roberto Saviano, nell'editoriale della prima puntata di Vieni via con me, il programma che ha condotto qualche anno fa con Fabio Fazio su Rai3, afferma: «Critichi? Ti opponi? Sarai delegittimato. Si attiva una macchina fatta di dossier, di giornalisti conniventi, di politici faccendieri che cercano attraverso media e ricatti di delegittimare gli avversari. Spesso si giustificano con la scusa dell'inchiesta.C'è differenza tra inchiesta e diffamazione. La diffamazione usa un solo elemento e lo costruisce contro la persona che decide di diffamare. Lo scopo del meccanismo è poter dire: siamo tutti uguali».


E ancora Saviano aggiunge: «Se siamo tutti uguali, nessuno è più costretto a fare uno sforzo per cercare di essere migliore. Questo meccanismo si nutre di una tendenza tipica del nostro Paese: se emergi, sarai stato favorito; se ti esponi, sei un narciso; se hai ambizioni, sei un opportunista. Più un potere è in crisi, più cercherà di portare nel proprio abisso tutto ciò che gli sta attorno.

Che cos'è la macchina del fango? È delegittimazione, attacco personale, screditamento attraverso il gossip, gogna pubblica di fatti privati come un calzino color turchese o una vecchia foto di vacanze su una spiaggia nudista. È un sistema semplice e antico che funziona talmente bene da diventare regola: chi si pone contro il governo o certi poteri, finirà infangato».


E' lecito aver desiderio di appartenere ad un gruppo. E' lecito proteggerlo, nei modi leciti.

Non è lecito attivare campagne diffamatorie ad hominen nei confronti di chi ha una visione diversa da quel gruppo di appartenenza, altrimenti si conferma che quel gruppo e quel leader che si difendono in maniera così aggressiva usano modalità controverse e criminose.

La libertà di parola è diversa dall'attacco studiato e voluto alla persona. Il secondo è un attacco alla democrazia. Ed è fondamentale riconoscerne la differenza, così come è importante diventare consapevoli di certi metodi e di non incentivarli.


«L'unico modo per fermare la macchina del fango è non darle credito. Riconoscerla, dire: è fango, non mi interessa, non mi riguarda. Facendo muro contro la maldicenza, non diventandone un veicolo di diffusione, non riprendendo la notiziola su un compenso o su una relazione. Non è difficile avere la possibilità di impastarsi meno con il veleno. Basta ricordare come ci si sente quando si diventa oggetto di illazioni false, di pettegolezzi maliziosi, di mobbing fondato su presunte inadempienze, qualcosa che è capitato a tutti.»


Saviano conclude il suo discorso affermando: «Per ogni denuncia, per ogni critica, per ogni gesto di coraggio, per ogni resistenza, sai già cosa ti capiterà per cui senza paura dinanzi al "tutti facciamo schifo" risponderei come risposero i ragazzi di Locri alla bestialità ndranghetista: e ora infangateci tutti».


Vi invito a leggere l'intero articolo di Roberto Saviano, che offre riflessioni davvero importanti sullo stato in cui procedono le cose, in un mondo che va sempre più parcellizzandosi, organizzandosi in gruppi di potere, in continua guerra contro chi la pensa diversamente.




Bibliografia


Bion W.R., (1961), Esperienze nei gruppi, Armando, Roma, 2013.

Marzari M. & Tinelli, 7 sette e manipolazione mentale, Piemme, Milano, 2023

Vegetti Finzi S., Storia della psicoanalisi, Mondadori, Milano, 1986.

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