
La diffusione in Spagna di gruppi settari che utilizzano metodi di reclutamento sempre più sofisticati preoccupa gli esperti e la polizia.
Il caso della società di tecniche di studio Genio 21, che recluta giovani con la promessa di guarire i loro traumi e trasformarli in leader, conferma "una realtà molto sconosciuta e allo stesso tempo molto preoccupante" che, secondo gli esperti consultati, può essere affrontata solo con una visione più ampia. Da un lato, i gruppi settari non hanno più solo radici religiose o culturali, ma si rivolgono al cosiddetto coaching – la formazione di persone o gruppi per affrontare determinate sfide – finalizzato fondamentalmente al successo economico.
D'altra parte, vanno oltre una semplice frode o una truffa piramidale, perché utilizzano tecniche di manipolazione personale che causano gravi danni alle vittime, che alla fine si sentono ingannate e persino colpevoli per aver convinto gli altri ad aderire.
Secondo Juantxo Domínguez, presidente della Rete per la Prevenzione del Settarismo e dell'Abuso di Debolezza (Redune), Genio 21 ha stabilito un "modello" di azione: "Hanno iniziato in questo molti anni fa e ora sono proliferati molti altri gruppi dedicati anche alla formazione, ma con tecniche di aggancio più sofisticate. Non è più così necessario catturare i giovani per strada e si muovono di più attraverso i social network".

Alla fine di settembre, le associazioni delle vittime delle sette hanno presentato più di 300.000 firme al Congresso dei Deputati per chiedere che la manipolazione coercitiva sia un crimine. Quel giorno, Domínguez aveva già avvertito della necessità di allargare lo sguardo oltre ciò che si percepisce generalmente quando si usano le parole setta o settario, ed è per questo che si preferiscono espressioni come "abuso di debolezza o quello che è sempre stato chiamato lavaggio del cervello". E lo ha spiegato in modo molto grafico: "Il panorama è cambiato drasticamente. Per ogni situazione di vulnerabilità, c'è un nuovo gruppo di coercizione e da lì ti danno la caccia come un'anatra".
Le vittime chiedono una modifica del codice penale in modo che questi reati possano comportare una pena detentiva fino a otto anni.
L'associazione Redune, sostiene il suo presidente, collabora strettamente con la Polizia di Stato. "Quello che facciamo è mostrare i nostri volti. Riportiamo le testimonianze delle persone colpite affinchè serva ad allertare più gente. Se qualcuno decide di denunciare, lo accompagniamo", dice Domínguez, che però riconosce che non è usuale: "La maggior parte non ha nemmeno le idee chiare sul tipo di reato che è stato commesso a loro danno o su come possono provarlo".
Sia gli esperti di Redune che gli psicologi e i ricercatori specializzati nel fenomeno settario concordano sul fatto che, da tempo, le forze di sicurezza, e in particolare la Polizia Nazionale, stanno rafforzando le loro squadre per far fronte alla proliferazione di questo tipo di gruppi. Solo un anno fa, la Polizia Nazionale ha lanciato il primo piano operativo per l'azione di polizia e il coordinamento contro le sette distruttive; e ha abilitato l'indirizzo e-mail: sectasdestructivas@policia.es.
"Il prossimo passo – spiega Luis Santamaría, ricercatore della Rete Iberoamericana per lo Studio delle Sette – è che anche il sistema giudiziario sia sensibile a questo tema". Lo spiega così: "Ci sono molti casi in cui la polizia fa un buon lavoro di indagine, di raccolta di prove, di dimostrazione che i crimini vengono commessi in contesti settari, ma poi i giudici non condannano. Sono sensibili a una realtà brutale in cui esiste un forte condizionamento sociale che porta il soggetto a perdere la libertà e persino ad essere vittima o autore di determinati reati. Non sono favorevole – come lo sono altri colleghi – alla creazione di un nuovo reato di persuasione coercitiva, perché sarebbe molto difficile da articolare e applicare. Ma sono convinto che se le leggi che abbiamo sono ben applicate, se le forze dell'ordine, i giudici e i pubblici ministeri riusciranno a capire la peculiarità del fenomeno settario, si potrebbe fare molto di più di quello che si sta facendo". Santamaría sottolinea che questi nuovi gruppi di natura "settaria" sono "più di una truffa, perché il danno economico che causano non è il più importante". Santamaría sottolinea che ciò che è grave è la "ferita psicologica" che causano: "Non solo perdono i loro risparmi, i loro amici o il loro tempo, ma anche la loro illusione, perché c'è un momento in cui tutti si rendono conto che, credendo alle istruzioni del gruppo, sono diventati complici, e questo li rivittimizza di nuovo".
L'avvocato ed esperto di sette, Carlos Bardavío, pone i mesi della pandemia come un momento chiave nell'attuale proliferazione di questi gruppi. "La noia, dovuta alla mancanza di lavoro, al confinamento in casa a guardare il computer – spiega – ha fatto sì che molte aziende approfittassero di quel momento per vendere prodotti nuovi e accattivanti, guadagnandosi la fiducia di un certo settore vulnerabile della gioventù".
Santamaría ritiene che l'attuale fenomeno settario, lontano dall'idea di una setta con qualsiasi legame spirituale o religioso, "sia mascherato sotto tecniche di mimetismo, di apparenza, dall'estetica di questi guru, più vicini al marketing, al coaching, che lanciano messaggi che impattano e danno quell'impressione di libertà".
Ci sono alcuni campanelli d'allarme che scattano per gli esperti quando si tratta di identificare questi nuovi gruppi, che stanno diventando sempre più sofisticati.
"Quando offrono ricette facili a problemi complessi; quando usano il linguaggio spirituale per rispondere a qualcosa di scientifico; quando si insiste nel convincere la persona di quanto sia speciale, che è il prescelto, che fa parte di un'élite; e soprattutto, quando l'appartenenza al gruppo implica l'isolamento dalla cerchia sociale più stretta", riassume Santamaría. Non è sempre facile distinguerli, riconosce l'esperto: "La chiave è osservare fino a che punto una persona ha assunto un'ideologia come qualcosa di assoluto nella sua vita".

Il corso Genius, fino a pochi giorni fa, manteneva un legame di collaborazione con l'Università Antonio de Nebrija, ma dopo essere stati consultati da questo giornale sulla natura dell'accordo, che concedeva otto crediti agli studenti che seguivano il corso di tecniche di studio, dall'Università hanno risposto: "Non abbiamo prove che questa azienda svolga pratiche settarie, ma in ogni caso, si è deciso di rescindere immediatamente il rapporto contrattuale con loro".

Da parte sua, Genius ha inviato questa domenica una dichiarazione firmata dal suo leader, Giacomo Navone, in cui si rivolge ai suoi dipendenti e a quelli con cui EL PAÍS ha parlato. Navone smentisce le dinamiche che i sei ex dipendenti dell'azienda hanno raccontato a questo giornale, e sottolinea: "Sia il metodo di formazione che il modello di business della nostra azienda sono in costante revisione per potersi adattare alle mutevoli circostanze sociali e personali che si verificano. Nel corso degli ultimi abbiamo apportato importanti cambiamenti che hanno costituito una grande trasformazione per Genius".
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Traduzione di Lorita Tinelli